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https://it.wikipedia.org/wiki/Inferno_-_Canto_diciannovesimo#Dante_e_i_papi_del_suo_tempo
Dante e i papi del suo tempo
Durante la sua vita Dante (1265 – 1321) conobbe 14 pontefici. Il suo giudizio sugli eredi di Pietro è spesso duro e si riflette nelle scene in cui questi sono citati nelle sue opere.
- Papa Clemente IV (1265–1268) citato nel Purgatorio (III, 124-126) come colui che mise il pastor di Cosenza a caccia di Manfredi.
- Beato Gregorio X (1271–1276) non citato in alcuna opera
- Beato Innocenzo V (1276) non citato in alcuna opera (breve pontificato)
- Papa Adriano V (1276) citato nel Purgatorio (XIX) tra gli avari, anche se la sua citazione è dovuta a un equivoco nel quale Dante incorse.
- Papa Giovanni XXI (1276–1277) citato in Paradiso (XII, 134-135), ma solo in quanto “Pietro Ispano”, cioè come filosofo prima che diventasse papa (il suo pontificato fu comunque breve).
- Papa Niccolò III (1277–1280) in questo canto tra i simoniaci
- Papa Martino IV (1281–1285) citato nel Purgatorio (XXIV, 20-24) tra i golosi
- Papa Onorio IV (1285–1287) non citato in alcuna opera (breve pontificato)
- Papa Niccolò IV (1288–1292) non citato in alcuna opera
- San Celestino V (1294) probabilmente citato all’Inferno (III, 60) tra i pusillanimi come colui che fece “il gran rifiuto”.
- Papa Bonifacio VIII (1294–1303), responsabile dell’esilio del poeta da Firenze; in questo canto tra i simoniaci (e qua e là molti altri riferimenti)
- Beato Benedetto XI (1303–1304) solo un’allusione nelle Epistole (XI, 25)
- Papa Clemente V (1305–1314) in questo canto tra i simoniaci
- Papa Giovanni XXII (1316–1334) citato in Paradiso (XVIII, 130-136 e XXVII, 58-60) ma in entrambi i casi in maniera negativa, come colui che guastava la “vigna” per la quale erano morti Pietro e Paolo.