Il debito dei paesi del Terzo Mondo

Il DEBITO

L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC), che detiene circa il 75% delle riserve mondiali, ha facoltà di negoziare con le compagnie petrolifere produzione, concessione e quindi il prezzo del greggio (calcolato su un barile, circa 159 litri, corrispondenti a 42 galloni dei vecchi barili di legno utilizzati 150 anni fa per la vendita di whisky in Pennsylvania). 

Verso la metà degli anni ’70, i paesi membri dell’OPEC approfittarono della guerra dello Yom Kippur per aumentare il prezzo del petrolio, col preteso di punire i paesi occidentali per il sostegno che offrivano a Israele. Le entrate si quadruplicarono, generando un improvviso afflusso di capitali nelle casse delle banche occidentali, in particolare svizzere e statunitensi. Per investire questi capitali garantendo agli sceicchi il pagamento degli interessi, le banche offrirono ai paesi del Terzo generalmente poveri, prestiti per risollevarsi e potenziare la loro economia,con interessi inferiori al 5%. Questo progetto poté essere avviato grazie alla complicità dei governi dei paesi interessati che vennero corrotti, e portarono ali’ approvazione di piani che appunto prevedevano l’indebitamento. Purtroppo questi prestiti vennero utilizzati per progetti spesso inutili o dannosi, appaltati a grandi imprese occidentali, oppure per l’acquisto di armi, oppure ancora versati direttamente su conti personali segreti di importanti uomini politici. ll meccanismo dell’indebitamento è stato una manovra creata dalle banche per poter reperire i capitali necessari al pagamento degli interessi agli sceicchi arricchitisi grazie alla crisi petrolifera del ’70. 

Ad esempio nel Congo**, ex Zaire, i soldi presi a prestito dal presidente, ora defunto, sono stati occultati e, scandalosamente, nemmeno quelli versati su conti noti vengono sequestrati per pagare il debito, ma si continua a pretendere che lo faccia la popolazione, privata di tutti i servizi per poter restituire queste somme.

Zaire - Localizzazione

In seguito a successive crisi, avvenute negli anni in cui Ronald Reagan e Margharet Tatcher erano al governo, gli interessi salirono vertiginosamente fino ad arrivare, in tre anni, a superare in molti casi il 25%.

G. Susan , nel suo libro ” Il debito del  Mondo”,  afferma che una causa importante dell’aumento del debito fu l’investimento dei soldi imprestati in progetti avventati e mal concepiti che spesso comportavano eccessivi costi di impianto e massicce dosi di corruzione, finendo per arricchire gli appaltatori (praticamente tutti) occidentali.

Un esempio fra molti fu l’edificazione di una centrale nucleare nella provincia filippina di Baatan. In questo caso il governo filippino non si affidò alla ditta che presentava il preventivo più basso (la Generai Electric), ” facendo vincere” invece l’appalto alla ditta Westinghouse. Per la costruzione deil’ impianto vennero richiesti circa 2 miliardi di $ che la banca consegnò alla Westinghouse anziché ai governo filippino, ad eccezione di 80 milioni $ che furono versati sul conto svizzero dell’ allora dittatore Marcos come premio per aver scelto la Westinghouse. Ma c’è qualcosa di assurdo in questa storia: LA CENTRALE È STATA COSTRUITA SU UN VULCANO SPENTO E NON È MAI ENTRATA IN FUNZIONE; nonostante ciò i filippini continuano a pagare 500000 $ al giorno per interessi.

(Isola maggiore Luzon – Capitale Manila)

Bataan – Localizzazione

 

Oltre ai governanti (in maggior parte dittatori), anche imprenditori e grandi commercianti hanno usato il denaro preso in prestito dalle banche per fini privat,; ovvero per aprire conti bancari esteri in valuta straniera, perché molto più forte rispetto alla propria valuta interna. Questo fenomeno prende il nome di fuga dei capitali all’estero. Essendo un fenomeno illegale, la maggior parte di questi traffici è avvenuta nel passato, e soprattutto nei paesi dell’America Meridionale.

Un’ altra forma di sfruttamento improduttivo dei soldi imprestati dalle banche ai paesi sottosviluppati è stato quello dell’acquisto di armi; i dati di questo sfruttamento ci vengono dall’istituto Tedesco di Ricerche per la pace che stima che circa il 20% del denaro dei debiti è stato impiegato per il commercio di armi. Gli acquirenti sono stati e probabilmente sono ancora, i dittatori dei paesi indebitati che hanno comprato le armi non solo per far guerra ai propri vicini, o per alimentare guerre civili, ma anche per eseguire operazioni di “pulizia” all’interno del proprio paese.

Come se non bastasse, lo stesso Susan prima ci avverte che, mentre gli abitanti dei paesi del sud del mondo pagano i debiti con la morte, essi si stanno ritorcendo contro di noi con un vero e proprio effetto a “boomerang” . Secondo lo studioso il debito avrebbe già causato:

1)    danni ambientali planetari dovuti ai fatto che i paesi indebitati, per ottenere, più risorse permettono la distruzione delle loro foreste, l’uso massiccio di fertilizzanti chimici avvelenando la terra per farle produrre maggiori quantità di risorse, ma non solo, anche fiumi e mari;

2)    invasione dei nostri paesi da ogni tipo di droga, come cocaina, oppio e marijuana, perché i paesi del sud del mondo, intrappolati dalla morsa del debito, autorizzano la coltivazione di droghe e la loro conseguente esportazione, che avviene con la commercializzazione nei nostri paesi;

3)    aumento della disoccupazione in quanto un sud costretto a risparmiare fa meno ordinazioni al nord con la conseguente perdita di posti di lavoro;

4)    crescita dell’immigrazione;

5)    attentato alla pace planetaria: il debito provoca disagio e rivolte in tutto il Sud, che prima o poi finiranno per coinvolgere anche il Nord. Saddam Hussein invase il Kuwait proprio perché non riceveva l’aiuto sperato per i debiti contratti per fare la guerra all’Iran; la stessa vicenda delle Torri Gemelle ha suscitato scarsa comprensione presso le popolazioni indebitate, che purtroppo possono cedere alla tentazione di schierarsi dalla parte di avventurieri come Osama Bin Laden che dicono di difendere i loro interessi e la loro cultura. (talebani, Boko Haran, Is…)

Le origini del debito (NO)

¨    Nel 1979, alla seconda crisi e ai nuovo rialzo dei prezzi, USA e GB risposero con politiche monetariste. L’inflazione venne combattuta contenendo l’offerta di moneta e facendo impennare i tassi di interesse. I paesi debitori si trovarono da un anno all’altro a passare da tassi di interesse annuali medi del 5% a tassi che raggiungevano il 30%.

¨    Gli USA avevano come obiettivo l’apprezzamento del dollaro. Fra il 1979 e il 1980 la valuta americana raddoppiò il suo valore rispetto a sterlina e marco, lo quadruplicò rispetto alla lira (da circa 600 a 2200) e lo moltiplicò numerose volte rispetto alle valute dei PVS. L’impatto sui paesi debitori fu durissimo: i debiti, in valuta locale, erano divenuti enormi.

¨    Nell’agosto 1982 il Messico dichiara la propria insolvenza, seguito a ruota dagli altri paesi debitori: scoppia la crisi del debito internazionale.

 

Le altre cause

¨       I modelli di sviluppo sbagliati, che scimmiottavano quelli del Nord, senza una realistica analisi dei bisogni e delle capacità dei paesi del Sud.

¨       La corruzione presente fra le classi dirigenti dei paesi in via di sviluppo

  • I “venditori” di denaro, che non tennero mai conto delle reali capacità di restituzione dei debitori al momento della sottoscrizione dei prestiti.
  • L’utilizzo per finanziamento ai consumo e in spese militari anziché per investimenti delle somme ricevute.

¨       La fuga dei capitali verso il Nord operata da chi poteva disporre dei capitali presi a prestito, occultandoli e facendoli poi pagare dalla popolazione.

 

Mentre si discuteva su questi piani di rientro, il Fondo Monetario e la Banca Mondiale hanno di fatto assolto la funzione di “giudice” della credibilità dei governi debitori ed hanno condizionato rinegoziazioni del debito e nuovi finanziamenti all’avvio di programmi di aggiustamento strutturale, che prevedono in sintesi:

1)     completa liberalizzazione dei prezzi (nessuna tutela per i prodotti locali); 2) completa liberalizzazione dei salari (con conseguente riduzione); 3) uscita dello Stato dall’economia (privatizzazioni, come quella dell’acqua che era stata proposta qualche anno fa in Italia, bloccata con un referendum popolare nel 2011); 4) riduzione della spesa pubblica  (si veda il caso della Grecia e della Troika)

5) eliminazione dei dazi e liberalizzazione dei commercio con l’estero; con conseguente crisi di molti prodotti locali.

Per quanto oggi la sensibilità di queste istituzioni stia lentamente mutando, coniando concetti come ‘debito sostenibile’, il risultato è stato quasi sempre il grave impoverimento della popolazione, che ha aumentato anziché diminuito i problemi di sottoalimentazione e di malattia.

Viene indicato dunque, anche se in modo ancora molto generico, come obiettivo prioritario di ogni collaborazione internazionale la riduzione della povertà.

Perché è necessaria la cancellazione del debito

  1. il debito estero è già stato ripagato ampiamente dai paesi poveri che vedono le loro materie prime pagate a prezzi molto bassi;
  2. molti paesi non potranno saldarlo e mantenerlo significherebbe condannarli eternamente alla miseria
  3.     tutto ciò implica anche la rovina dell’  ambiente: troppo sfruttamento territoriale (disboscamento),

Il debito porta conseguenze pesanti anche per i  paesi ricchi:

a) droga: un ettaro coltivato di coca, in Perù, frutta ogni anno circa £. 7.000.000, mentre uno di caffè rende solo £. 180.000, se si produce molta droga ne arriva molta nei nostri paesi;

b)  immigrazione: la povertà è una potente molla per i flussi migratori;

d)       perdita di posti di lavoro: le multinazionali licenziano nei posti di origine per trasferire il lavoro dove costa meno.

 

Zaire  (da Wikipedia)

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Zaire

 

(Italia  circa 60 milioni di ab.  //   301:000 kmq.  circa

Giustizia, pace e lavoro

Dati amministrativi

Nome completo

Repubblica dello Zaire

Nome ufficiale

République du Zaïre

Lingue parlate

francese

Capitale

Kinshasa

Politica

Territorio e popolazione

Territorio originale

Massima estensione

2.345.410 km2 nel 1997

Popolazione

46.498.539 milioni nel 1996


Zaire o Repubblica dello Zaire è stato il nome dell’attuale Repubblica Democratica del Congo, denominazione istituita per volere del dittatore Mobutu Sese Seko e durata dal 27 ottobre 1971al 17 maggio 1997.

Cleptocrazia [modifica]

Formalmente, il nuovo stato di Mobutu era una repubblica; tuttavia vi era un unico partito politico, senza alcuna opposizione. Lo Zaire viene spesso indicato come esempio paradigmatico di cleptocrazia. (= governo dei ladri).

L’economia del paese era in ginocchio, e tra il 1970 e il 1989 lo Zaire ricevette numerosi aiuti internazionali (1 miliardo e 100 milioni di dollari dagli Stati Uniti, 7 miliardi dall’Europa, 35 milioni dall’OPEC, 263 milioni dai paesi del blocco comunista. Nonostante questi aiuti e gli immensi giacimenti di materie prime, le condizioni della popolazione restarono critiche, con un tasso di inflazione prossimo al 500% e un livello di disoccupazione intorno al 45%. Nel frattempo Mobutu accumulava un patrimonio personale stimato tra i 5 e i 9 miliardi di dollari (secondo The Economist), ostentando questa ricchezza sulla scena internazionale (acquistando tra l’altro yacht, auto di lusso e ville in SvizzeraBelgioFrancia e Italia). Nel1986, la situazione di crisi economica dello Zaire divenne insostenibile, al punto che neppure le violente forme di repressione messe in atto dalle autorità riuscirono a contenere il dilagare delle espressioni di malcontento popolare.

Le rivolte degli anni ’90 [modifica]

Nel 1991, gli stessi militari iniziarono a protestare per i ritardi nel pagamento dei loro salari. La protesta sfociò ben presto in una rivolta. Mentre Mobutu si rifugiava sullo yacht presidenziale ancorato al largo della capitale, la rivolta fu sedata in un bagno di sangue. dai pretoriani del presidente, che misero Kinshasa a ferro e fuoco. Nell’ottobre del 1996, Kabila tornò alla guida dei tutsi del Kivu Sud in lotta contro gli hutu, dando inizio alla prima guerra del Congo, con l’appoggio dei governi del Burundi, dell’Uganda e del Ruanda. Kabila iniziò una ribellione su larga scala contro il governo di Mobutu.

La caduta Il 17 maggio 1997 Kabila si nominò capo di stato, creando un governo di salvezza pubblica e rinominando il paese Repubblica Democratica del Congo. Il 20 maggio 1997 Kabila entrò a Kinshasa. Le sue truppe regolarono a colpi di machete i conti con esponenti e funzionari del regime di Mobutu[1] che nel frattempo aveva già lasciato il paese.

Economia

La principale attività economica del paese era lo sfruttamento degli enormi giacimenti di materie prime: cobalto, diamanti, uranio, manganese, zinco e altre. Nelle regioni dello Shaba (ex Katanga) e del Kasai, in particolare, ci sono giacimenti di smeraldi, oro, argento, malachite, stagno, cadmio, tungsteno, radio e germanio.