Albania

Albania

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Albania

 
“Feja e Shqiptarit është Shqiptaria”
“La religione degli albanesi è l’albanesità”

Dati amministrativi

Nome completo

Repubblica di Albania

Nome ufficiale

Republika e Shqipërise

Lingue ufficiali

Albanese

Capitale

 Tirana  (726.547 ) (2008)[1] ab. / 2009)

Politica

Forma di governo

Repubblica parlamentare

Presidente della Repubblica

Bamir Topi

Primo Ministro

Sali Berisha

Indipendenza

28 novembre 1912dall’Impero ottomano

Ingresso nell’ONU

14 dicembre 1955

Superficie 

Totale

28.748 km² (139º)




Popolazione Totale

2.994.667[2]ab. (2008) (127º)

Densità

125 ab./km²


L’Albania (pron.: /alba’nia/), ufficialmente Repubblica di Albania ossia letteralmente Paese delle Aquile) è uno stato della Penisola balcanica situato nel sud-est dell’Europa. Confina a nord-ovest con il Montenegro, a nord-est con il Kosovo[3], a est con la Macedonia e a sud con la Grecia; le sue coste si affacciano sul Mar Adriatico (sul Canale d’Otranto) e sullo Ionio, per un totale di 28.748 km² (139º).

L’Albania è una Repubblica Parlamentare, l’attuale Primo ministro è Sali Berisha, il Presidente della Repubblica è invece Bamir Topi.

Culla della civiltà Illirica, al crollo dell’Impero Romano, sul finire del IV secolo, fu parte dell’Impero Bizantino. Nel XV secolo il territorio del Principato dell’Albania cadde sotto il dominio dell’Impero Ottomano, attraversando quattro secoli bui. L’Albania dichiarò la sua indipendenza dall’Impero Ottomano il 28 novembre 1912, ma fu conquistata dall’Italia nel 1939. Dal 1946 al 1990 l’Albania fu uno stato nazional-comunista estremamente isolazionista, stalinista e anti-revisionista. L’Albania ha aderito alla NATO nel 2009 ed è un potenziale candidato per l’adesione all’Unione europea. Attualmente è tra i paesi emergenti d’Europa, ma, anche se l’economia albanese continua a crescere, il paese è ancora uno dei più poveri del vecchio continente, ostacolata da una grande economia informale e di infrastrutture carenti. È, anche grazie alle sue numerose bellezze naturali, storiche ed artistiche, tra le nuove prime mete turistiche dei Balcani.

STORIA Il territorio albanese è stato abitato fin dalla preistoria; in tempi più recenti I SUOI ABITANTI SONO stati chiamati col nome di Illiri da scrittori antichi greci e romani[senza fonte]. Sulla storia antica dell’Albania, le antiche fonti letterarie offrono poche e vaghe notizie. Intorno al VI secolo a.C. gli stessi Illiri, grazie ad un rapido sviluppo economico agricolo e produttivo artigianale determinato dalla metallurgia — per uso civile e militare — del bronzo e del ferro, svilupparono una forte identità comune, rafforzando il predominio sul territorio con il commercio e, in molti casi, con atti di pirateria[14]. Fondarono alcuni centri abitati tra cui l’attuale Scutari (Shkodër), sulla costa mediterranea. Si estendeva nei Balcani occidentali a sud del Danubio ed era formata da una serie di tribù evolute che vivevano attorno alle città stato, a capo delle quali c’era un unico re.

Dopo che un membro di ambasceria romana fu ucciso, Roma attaccò l’Illiria con ingenti forze, e dopo uno scontro cruento, le due parti decisero una tregua con condizioni giudicate disonorevoli dalla regina Teuta, che si suicidò. Venne sostituita dal re Genzio, diplomatico e naturalista.

Con il pretesto di un’alleanza di Genzio con la Macedonia, Roma sferrò una terza guerra contro l’Illiria divisa, indebolita, e la conquistò nel 168 a.C.

Epoca romana [modifica]

L’invasione dell’esercito romano nel II secolo a.C., come altrove, comportò l’integrazione e l’assimilazione delle popolazioni locali, in particolare sulle coste. Il territorio fece in seguito parte della provincia romana dell’Illiria (Illiricum), all’epoca di Gaio Giulio Cesare. È aDurrachium (odierna Durazzo) infatti che Cesare combatté contro Gneo Pompeo Magno.

Impero bizantino [modifica]

Con la divisione in due dell’Impero romano, nel 395 d.C., alla morte di Teodosio, l’Illiria si ritrovò sotto il dominio dell’Impero romano d’oriente e subì, in rapida successione, le invasioni di popolazioni barbare come i Goti e gli Avari; intorno al V secolo fu la volta degli Slavi, che occuparono la parte settentrionale del territorio illirico.

Impero ottomano [modifica]

Nel 1478 il territorio del Principato dell’Albania entrò a far parte dell’Impero ottomano

Indipendenza del 1912 e prima guerra mondiale [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Corpo di spedizione italiano in Albania.

Il 28 novembre 1912, a ValonaIsmail Qemali dichiarò l’indipendenza  Il Principato di Albania fu stabilito il 21 febbraio 1914. Le grandi potenze designarono Principe Guglielmo di Wied, a diventare il sovrano della nuova Albania indipendente, ma venne sostituito presto da un figlio dell’ ex sultano ottomano.

Diversi governi si succedettero nel tentativo di sviluppare uno stato laico, indipendente e democratico. Tali tentativi furono appoggiati dalle élite intellettuali, da parte della piccola e mediaborghesia nazionalista urbana, da parte della nobiltà e dei rappresentanti dei ceti elevati delle famiglie albanesi nazionaliste e dalla comunità legata alla diaspora albanese in Europa e negli Stati Uniti d’America, con il supporto e l’intervento della Società delle Nazioni negli anni venti[senza fonte].

La delimitazione dei confini del nuovo Stato lasciò alcune comunità albanesi fuori dell’Albania. Questa popolazione fu divisa in gran parte tra il Montenegro e la Serbia (che all’epoca comprendeva anche parte dell’attuale Repubblica di Macedonia. Durante la prima guerra mondiale gran parte del territorio fu occupato da un corpo di spedizione italiano. Gli italiani lasciarono il paese solo nel maggio 1920.

Il processo di riforma democratica e laica fu interrotto dal colpo di stato politico-militare guidato da Ahmet Zogu, che diede vita al Regno albanese, autonominatosi re col nome di Zog I.Nel periodo 19241939 si svilupparono intensi rapporti bilaterali economici tra Regno d’Italia e Albania.

Seconda guerra mondiale 

Il regime monarchico fu rovesciato nel 1939, quando l’Albania fu occupata dall’esercito italiano. Mussolini, infatti, sentiva il bisogno di controbilanciare le azioni dell’alleato tedesco che nel marzo del ’39 aveva occupato la Cecoslovacchia. Vi erano inoltre supposte collaborazioni tra Re Zog e i governi anglofrancesi. Con un’invasione-lampo, il 7 aprile ’39 l’esercito italiano disarmò la debole resistenza albanese quasi senza colpo ferire. Re Zog si riparò subito in Grecia. Il 16 aprile, l’Albania venne accorpata al territorio metropolitano italiano e Vittorio Emanuele III venne proclamato Re d’Albania. Nel novembre del 1940, dopo il disastroso attacco italiano alla Grecia, un terzo del territorio albanese fu occupato dai greci. Con la resa della Grecia e della Yugoslavia,il Kossovo e l’Epiro del nord furono annesse all’Albania. La situazione cambiò nuovamente dopo la firma dell’armistizio con gli angloamericani da parte del governo Badoglio (armistizio di Cassibile),perché i tedeschi invasero l’Albania.

Si formò così un movimento composto da gruppi nazionalisti e di resistenza partigiana (formato principalmente dai componenti dal partito nazional-comunista guidato da Enver Hoxha). Ci fu anche il contributo degli ex militari italiani che formarono la formazione partigiana Brigata Gramsci. La resistenza antinazista riuscì a prendere il controllo del paese nel 1944. L’Albania é l’unico paese dove tutti gli Ebrei furono salvati dalle persecuzioni durante la presenza dell’occupazione nazista (per maggiori dettagli Storia degli Ebrei in Albania). Nel corso del conflitto, infatti, il numero degli Ebrei aumentò; molti vi emigrarono per salvarsi dalle persecuzioni razziali di altri paesi. Le autorità dello stato albanese rifiutarono di consegnare la lista degli ebrei presenti nel paese. Contrariamente alle norme imposte, nessun ebreo fu consegnato ma furono nascosti nelle abitazioni o a volte momentaneamente negli edifici dei patrioti albanesi. Gli ebrei erano concentrati soprattutto nelle zone centrali tra Tirana e Durazzo e nelle città di Valona e Berat (quest’ultimo contava da solo 600 ebrei alla fine della guerra). Spesso per nascondere i perseguitati gli albanesi hanno usato metodi di mimetizzazione, procurando loro documenti falsi, travestendoli da contadini albanesi.[17]

 

 

 

Periodo comunista [modifica]

Dal 1946 al 1990 l’Albania fu uno stato nazional-comunista estremamente isolazionistastalinista  che dedicò poche energie alla cooperazione politica anche con gli altri stati comunisti del Patto di Varsavia dominato dall’Unione Sovietica in quanto quest’ultima, con l’ascesa al potere di Nikita Kruscev aveva assunto una forte opposizione al culto della personalità di Stalin, dopo la pubblicazione del rapporto “Sul culto della personalità e le sue conseguenze“.

Il nuovo governo fu scelto tramite le elezioni democratiche tenute verso la fine del 1945, e confermarono vincitori, con una assoluta maggioranza, il gruppo del Fronte Democratico, che comprendeva i comunisti e rivoluzionari. Il nuovo governo prese il potere nei primi mesi del 1946, avendo come capo dello stato Enver Hoxha, un comunista che era stato attivo nella guerra antifascista. Presto Hoxha concentrerà la politica dello stato intorno al Partito Comunista, unico partito legale, e facendone una parte importante del governo. ComePrimo Segretario generale del Partito Comunista dell’Albania, eliminerà inizialmente i suoi rivali storici, collaborazionisti con gli occupatori, persone provenienti da famiglie nobili e borghesi. Ben presto tutti i beni e proprietà vennero confiscati e diventarono proprietà pubblica, cosa apprezzata dal popolo che da tempo aveva disprezzato quella classe sociale.

Negli anni sessanta, irritata dalle valutazioni critiche di Kruscev sulla personalità di Stalin, l’Albania raffreddò i suoi rapporti con l’Unione Sovietica. Visto che l’Albania intendeva proseguire lo sviluppo verso una società marxista per eccellenza, e che invece i paesi dell’area sovietica intendevano aderire alla revisione critica fatta da Kruscev, non solo interruppe tutte le sue relazioni con l’URSS, ma uscì ufficialmente dal Patto di Varsavia nel 1968, denunciando la complicità di quest’ultimo quando l’URSS attaccò con i carri armati gli studenti cecoslovacchi che protestavano a Praga. Dopo aver fallito nuovamente l’amicizia tra Cina e Albania, il paese si ritrovò isolato dal resto dell’Europa e del mondo per molto tempo, dato che il regime ritenne di essere l’ultima, unica, fortezza marxista al mondo. Enver Hoxha morì nel 1985, lasciando il potere al suo fedelissimo Ramiz Alia. Quest’ultimo, a causa di massicce proteste e dal clima di insopportabile pressione, concesse le prime elezioni libere nel 1991; ormai da tempo il comunismo, complice anche la grave situazione economica, era in grave crisi, e con la concessione delle elezioni era da considerarsi formalmente concluso.

Post comunismo [modifica]

Il movimento di protesta e di rivolta che portò alla rinascita della democrazia, e al ripristino del multi-partitismo sorse in seguito al desiderio di rinnovamento, seguito alla caduta del Muro di Berlino e dei cambiamenti che stavano avvenendo negli altri paesi dell’Est europeo, fu guidato dagli studenti e dai docenti universitari di Tirana, da intellettuali moderati e da tecnici delle fabbriche. Il Paese soffriva però di molti problemi legati al limitatissimo sviluppo socio-economico. Furono decine di migliaia gli albanesi, in questi anni, che decisero di partire alla volta dell’Italia e si riversarono via mare sulle coste della Puglia, lungo il litorale salentino tra Brindisi eOtranto.

In Albania la prima riforma legislativa riguardò la nuova Costituzione e la transizione ad un sistema politico ed economico di tipo liberalistico; in particolare la gestione statale dei beni venne sostituita con il ripristino alla proprietà privata. Successivamente venne intrapresa la lunga strada verso l’adeguamento ai programmi europei del Patto di stabilità e crescita secondo il protocollo del Trattato di Maastricht.

Inoltre, il 4 aprile 2009 il Paese è divenuto membro della NATO.

Relazioni con l’Unione Europea [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Allargamento_dell’Unione_europea#.C2.A0Albania.

L’Albania sta conducendo con l’Unione Europea il percorso di adesione alla stessa Unione. Negli ultimi anni ha fatto registrare progressi più o meno ampi nel rispetto di tutti i criteri di adesione: democrazia, stato di diritto, economia.

Geografia [modifica]

Morfologia [modifica]

Le sue coste, bagnate dal Mare Adriatico e dal Mar Ionio, misurano 363 km. Le pianure occidentali si affacciano sul mare Adriatico, in particolare sul Canale d’Otranto, che separa l’Albania dalla Puglia; in tale canale l’estremo oriente del Salento costituito daPunta Palascìa dista dalle coste albanesi circa 72 km.

Il territorio è costituito da una piccola porzione di terreno pianeggiante e agricolo (700.000 ettari di terre agricole prevalentemente nella fascia costiera e nelle pianure di Myzeqe e Korca), mentre la gran parte del territorio è collinare, montagnoso e molto impervio. La vetta più alta raggiunge i 2.753 m di altezza. Il clima nell’entroterra è principalmente di tipo continentale, mentre la fascia costiera è caratterizzata da un clima mediterraneo.

Clima [modifica]

Trovandosi ad una latitudine soggetta a diverse caratteristiche climatiche durante le stagioni estiva ed invernale ed avendo la costa affacciata sui mari Adriatico e Ionio e le regioni montuose appoggiate all’elevata massa dei Balcani, l’Albania ha un elevato numero di regioni climatiche considerata la sua modesta superficie.

Le pianure litoranee hanno tipicamente un clima mediterraneo, le regioni montuose hanno un clima continentale. Sia nelle pianure che nell’interno, il clima varia marcatamente da nord a sud. Le pianure hanno inverni miti, con una temperatura media di 7 °C. D’estate la temperatura media è di 24 °C con un’alta percentuale di umidità. Nelle pianure del sud, le temperature medie sono di circa cinque gradi più alte durante tutto l’anno. La differenza è più marcata durante l’estate.

Città principali [modifica]

Oltre alla capitale Tirana, che insieme ai comuni limitrofi conta circa 1.000.000 abitanti[senza fonte], le città principali sono DurazzoScutari, , Valona

Storia religiosa [modifica]

Gli abitanti dell’antico territorio d’Illiria praticavano riti pagani e credevano nei miti della guerra, della natura e degli animali.Il Cristianesimo si diffuse nelle terre illiriche durante il I secolo d.C.San Paolo scrisse di aver predicato anche nelle province romane dell’Illiria, e le Sacre Scritture narrano di una sua visita a Durazzo: l’apostolo conobbe l’Albania grazie ai suoi viaggi via terra dalla Giudea a Roma, durante i quali ci si imbarcava a Durazzo per raggiungere la penisola italiana. Dante Alighieri nella Divina Commedia parla dell’ Albania.[23]

Per secoli la terra di Albania divenne l’arena delle lotte ecclesiastiche fra Roma e Costantinopoli. Seguì l’occupazione da parte dell’Impero ottomano durante la quale l’autorità turca imponeva la conversione sia con la tassazione sulla proprietà delle famiglie albanesi, sia con la minaccia di arruolare i figli nelle campagne militari. In molti accettarono la conversione imposta. Nel periodo 19671990, durante il regime nazional-comunista di Enver Hoxha, tutte le religioni erano proibite, in quanto l’ateismo di stato era stato assunto a principio costituzionale ed imposto con la forza. Nel 1976, poi, nella Costituzione albanese, l’Albania si proclamava atea. Oggigiorno è stata ristabilita la libertà di culto e vi è stato un aumento dei fedeli delle varie religioni. La Costituzione del 1998, all’articolo 10, afferma la laicità dello Stato e sancisce l’uguaglianza dei vari culti. Inoltre l’articolo 3 pone la coesistenza religiosa tra i principi fondanti dello Stato[24]. Lo Stato riconosce come giorni festivi le feste delle quattro confessioni tradizionali, ovvero le comunità che registrano una presenza storica nel paese.

Le religioni più praticate in Albania sono il Cristianesimo e l’Islam.[25]

Nella storia dello stato non si sono registrati particolari fenomeni di estremismo religioso e le varie confessioni normalmente convivono senza problemi. Il matrimonio interreligioso è da secoli considerato socialmente accettabile.[26][27]Essendo la pratica religiosa, sia privata che pubblica, libera solo da pochi anni (rispettivamente dal 1990 e 1998) non ci sono ancora statistiche recenti certe e coerenti sulla percentuale di aderenti alle varie religioni e sulla reale proporzioni di credenti praticanti rispetto al totale.

Rapporti culturali con l’Italia [modifica]

La lingua italiana è la lingua straniera più conosciuta[senza fonte]. Diverse generazioni e gruppi etnici sociali, anche grazie alle trasmissioni dei diversi canali radio televisivi italiani i quali raggiungono la maggior parte del territorio albanese via satellite o terrestre, hanno permesso un ampliamento della conoscenza della lingua italiana. Lo studio e la conoscenza dell’italiano è sostenuta, inoltre, dal “Programma Illiria” (convenzione politica ottenuta con accordi bilaterali dei governi italiano e albanese), che offre la possibilità di studiare la lingua italiana contemporanea a diversi alunni presso le scuole pubbliche statali del primo ciclo fino alle medie superiori nelle sessioni bilingue in Albania e studenti albanesi di studiare anche in Italia.

ECONOMIA  Il sistema socio-economico attuale dell’Albania è considerato quello di un “Paese in Via di Sviluppo”, secondo la metodologia del Fondo Monetario Internazionale (IMF) e delle Nazioni Unite (UN). L’Albania non è un paese ricco per gli standard europei e sta attualmente compiendo la difficile transizione verso un’economia di mercato. La caduta del regime politico comunista del 1990 è infatti avvenuta più tardi e in modo più caotico rispetto agli altri paesi del Europa dell’Est, ed è stata caratterizzata da un massiccio esodo di rifugiati politici e emigranti economici verso l’Italia e la Grecia nel 1991 e nel 1992. I primi tentativi di riforma cominciarono all’inizio del 1992, dopo che il valore reale del PIL era diminuito di oltre il 50% rispetto al picco del 1989.

Secondo i dati del 2008 il 18,5% del PIL è prodotto dal settore primario, il 23,9% dal settore secondario mentre il 57,8% dal settore terziario. Dal punto di vista occupazionale, il 44,7% della forza lavoro è impiegata nell’agricoltura, il 15,5% nell’industria e il 39,8% nei servizi

Per quello che riguarda l’agricoltura, le coltivazioni principali sono il frumento (260.000 tonnellate), il mais (230.000 tonnellate) e le patate (165.000 tonnellate). L’allevamento è concentrato prevalentemente sugli ovini (1.853.000), caprini (876.000) e bovini (577.000).

Il sottosuolo rileva la presenza di lignite (116.000 tonnellate), petrolio (265.800 tonnellate) e cromite (203.800 tonnellate). Di minore importanza la presenza di piriti cuprifere e nichel.[46]